Guida al diabete: sintomi, tipologie e alimentazione

In Italia, le persone con diabete sono più di 3 milioni e mezzo, con una crescita del 60% dal 2000 al 2019. Si stima che un altro milione e mezzo abbia la malattia senza saperlo.
Ma vediamo nel dettaglio, con la dottoressa Cinzia Colucci, specialista in endocrinologia e malattie del metabolismo, in cosa consiste questa malattia, come si manifesta e come si cura.

Che cos’è il diabete?

Il diabete mellito è una malattia cronica e non contagiosa, caratterizzata da un aumento dei livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia), a causa di un’inadeguata o assente produzione dell’ormone insulina o di una scarsa capacità dei tessuti di utilizzare l’insulina stessa.
L’insulina è l’ormone che controlla la glicemia nel sangue e che viene prodotto dal pancreas.
Il diabete non è ereditario, nel senso che la malattia non passa inevitabilmente da una generazione ad un’altra, ma esiste una predisposizione familiare, soprattutto in caso di diabete tipo 2.

Quante tipologie di diabete esistono?

Il diabete è una malattia molto complessa che si presenta in diverse forme, tutte accomunate dalla glicemia nel sangue. Il diabete può essere:

  • di tipo 1 (detto anche insulino-dipendente): si manifesta prevalentemente durante l’infanzia o l’adolescenza; esiste una variante del diabete tipo 1 che si chiama LADA (Latent Autoimmune Diabetes of the Adult) che si manifesta in età adulta;
  • di tipo 2 (detto anche non-insulino-dipendente): è la forma di diabete più frequente ed è tipico dell’età matura (generalmente compare in una persona della seconda o terza età);
  • gestazionale: compare durante la gravidanza e in genere scompare dopo il parto;
  • monogenico (es. MODY, maturity-onset diabetes of the young): è una forma molto rara di diabete, che compare precocemente ed è dovuto alla mutazione genetica;
  • secondario ad altra patologia (es. malattia del pancreas) o a farmaci (es. cortisone).

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Quali sono i sintomi del diabete?

Nella maggior parte dei casi il diabete è asintomatico.
Sete intensa, necessità di urinare spesso, spossatezza, visione offuscata e lenta cicatrizzazione delle ferite possono essere dei campanelli d’allarme, che devono indurre a rivolgersi a uno specialista, il quale, dopo una visita diabetologica, potrà prescrivere anche specifici esami di laboratorio.
Il diabete tipo 1 si manifesta in genere in concomitanza ad un evento scatenante (soprattutto episodi infettivi/virali), con polidipsia (aumento della sete)  e poliuria (aumento del volume urinario), brusca perdita di peso, malessere generale, sonnolenza e odore di acetone nell’alito.
Il diabete tipo 2 spesso esordisce senza alcun sintomo e viene diagnosticato casualmente in occasione di esami di laboratorio (check up) o in occasione di ricoveri per altra malattia. Questo significa che la diagnosi può essere molto tardiva.

Quali sono le cause del diabete?

Le cause sono diverse a seconda della tipologia di diabete:

  • Il diabete mellito tipo 1 è una malattia autoimmune, causata dalla produzione di anticorpi che distruggono le cellule Beta all’interno del pancreas, deputate alla produzione di insulina (ormone che regola l’utilizzo del glucosio).
  • Il diabete mellito tipo 2 è causato da fattori ereditari (predisposizione genetica), fattori ambientali (vita sedentaria, stress e alcune malattie), caratteristiche della persona (es. obesità). Anche l’avanzare dell’età può comportare lo sviluppo della malattia.
  • Il diabete gestazionale è causato dalla gravidanza e, nella maggioranza dei casi, compare nel secondo trimestre.
  • Il diabete monogenico è causato da un difetto genetico singolo capace di determinare iperglicemia. È un diabete che si trasmette da una generazione all’altra (ne sono affetti un nonno, un genitore e un figlio).
  • Il diabete secondario è causato dall’assunzione prolungata di farmaci come il cortisone o dalla presenza di altre malattie che determinano alterazioni della secrezione o dell’efficacia dell’insulina. Fra le malattie che possono causare diabete vanno ricordate le pancreatiti croniche, la cirrosi epatica, l’insufficienza renale cronica, l’acromegalia, la sindrome di Cushing. Il diabete può svilupparsi anche quando viene asportato chirurgicamente il pancreas.

Quali sono i principali fattori di rischio per il diabete?

Anche i fattori di rischio variano in base alla tipologia di diabete:

  • Il diabete di tipo 1 ha più probabilità di svilupparsi in pazienti geneticamente predisposti in concomitanza di un evento precipitante ambientale (virale, tossico, dietetico). Si può associare alla presenza di altre malattie autoimmuni (es. tiroidite, artrite reumatoide, morbo celiaco, vitiligine).
  • Il diabete di tipo 2 ha più probabilità di svilupparsi in presenza di questi fattori: parenti di primo grado con diabete tipo 2, pregresso diabete gestazionale, obesità, vita sedentaria, fumo, ipertensione, colesterolo alto, elevati trigliceridi, alta uricemia, età avanzata.

È possibile prevenire il diabete?

Il diabete di tipo 1 non è possibile prevenirlo adottando un particolare stile di vita o con l’assunzione di farmaci.
È possibile, invece, prevenire il diabete di tipo 2, con una serie di accorgimenti:

  • alimentazione e controllo del peso: i pazienti obesi si espongono a un rischio 10 volte più alto delle persone con peso normale; inoltre, chi mangia molto e predilige cibi ricchi di zuccheri semplici e di grassi animali ha un rischio maggiore, mentre chi segue una dieta ipocalorica con cibi ricchi di fibre (cereali integrali, legumi, vegetali) ha un rischio minore;
  • attività fisica: chi svolge una vita sedentaria ha un rischio di diabete maggiore rispetto a chi pratica sport.

Quali sono i rischi che corre un paziente diabetico?

Il diabete se scompensato e non adeguatamente controllato può portare ad una serie di complicanze più o meno gravi, a carico di occhi, reni, sistema cardiovascolare e sistema nervoso.
Nello specifico, il paziente diabetico può andare incontro a:

  • Complicanze a carico dei vasi sanguigni: l’aumento delle sostanze grasse nel sangue favorisce l’aterosclerosi, che causa infarti e ictus.
  • Problemi infettivi: i pazienti diabetici sono più inclini a sviluppare infezioni batteriche e micotiche, in genere della pelle e della bocca (es. candidosi, ulcere) con tempi di guarigione molto lunghi. I pazienti affetti da diabete sono inoltre particolarmente soggetti a ulcere e infezioni dei piedi e delle gambe; molto frequentemente queste ferite guariscono lentamente o non guariscono affatto e spesso si complicano con comparsa di gangrena (morte dei tessuti) o infezione ossea (osteomielite).
  • Problemi agli occhi: la retinopatia diabetica sono le alterazioni della vista conseguenti al danno a carico dei vasi oculari causati dal diabete.
  • Danni al fegato: molti soggetti diabetici sono affetti da steatosi epatica, una condizione caratterizzata dalla presenza di anomali depositi di grasso nel fegato, che può evolvere in malattie più gravi, come la cirrosi.
  • Danni ai reni: i diabetici possono presentare alterazioni funzionali ai reni, fino ad arrivare ad una malattia renale cronica che nel tempo può richiedere la dialisi o il trapianto di rene.
  • Danni nervosi: in genere sono coinvolti i nervi delle estremità ovvero i nervi di mani, gambe e piedi (polineuropatia diabetica). Il danno ai nervi può provocare un’alterazione della sensibilità, con conseguente comparsa di formicolio o sensazione di bruciore e debolezza.
  • Problemi ai piedi: i danni ai nervi (neuropatie) che alterano la sensibilità del piede e la cattiva circolazione del sangue rendono più probabile la formazione di ferite e, quindi, di ulcere. Poiché il diabete può alterare la capacità dell’organismo di combattere le infezioni, una volta formatasi, l’ulcera del piede si infetta facilmente. A causa delle neuropatie, inoltre, i soggetti avvertono il disagio causato dall’infezione solo quando questa è ormai difficile da trattare, portando alla gangrena che può esitare in amputazione di dita o talvolta di gamba.

Per una valutazione delle eventuali complicanze è necessario monitorare il diabete, sottoponendosi a controlli periodici e a specifici esami di laboratorio.

Come si cura il diabete?

Il diabete è una malattia sistemica e molto complessa, diagnosticata, curata e monitorata da un medico specialista in diabetologia, attraverso controlli periodici. Essendo una malattia cronica, non è possibile guarire definitivamente dal diabete. Tuttavia, con una buona terapia e con la collaborazione attiva del paziente, è possibile curare la malattia e conviverci serenamente.

L’educazione terapeutica è, infatti, irrinunciabile per il paziente diabetico che è il vero protagonista della cura e del risultato finale.
L’educazione terapeutica, impartita dal medico e da altre figure professionali coinvolte (es infermieri, dietisti o dottori in scienze motorie), consiste nel processo di insegnamento e apprendimento di tutte le conoscenze che rendono il diabetico capace di gestire la malattia nella quotidianità e nei suoi molteplici aspetti: assunzione di farmaci orali e insulina, automonitoraggio glicemico, alimentazione, attività fisica, gestione delle ipoglicemie e delle malattie intercorrenti, cura del piede.

Per curare il diabete è, inoltre, fondamentale seguire una dieta sana ed equilibrata, finalizzata a controllare il peso corporeo e il livello di glicemia.
In particolare, i pazienti diabetici dovrebbero: adottare una dieta a basso indice glicemico, ovvero preferire i carboidrati della pasta e non quelli di prodotti come pane, pizza, focaccia e affini, limitare l’uso di zucca, patate e carote, e quello di frutta molto “dolce” tipo le banane e dovrebbe abolire l’assunzione di bevande zuccherate e dolciumi.

Anche l’attività fisica è fondamentale, perché contribuisce alla perdita di peso, riduce la glicemia, aumenta la sensibilità insulinica, riduce la pressione arteriosa e aumenta il colesterolo HDL (“buono”).

La terapia con insulina costituisce l’unica terapia possibile in caso di diabete tipo 1, in cui vi è un deficit di produzione insulinica.
Diverse opzioni terapeutiche ci sono, invece, per il diabete di tipo 2: farmaci orali e farmaci iniettabili diversi dall’insulina (analoghi di GLP-1) che sono in grado di aumentare la secrezione e/o la sensibilità insulinica. Alcuni di questi farmaci (inibitori di SGLT2 e analoghi di GPL1) offrono tra l’altro una protezione cardiorenale oltre che un effetto antiglicemico, tanto da essere indicati oggi come prima linea nel trattamento del paziente con diabete e precedente evento cardiovascolare.
Trattare il diabete oggi non significa solamente ridurre la glicemia ma anche offrire una protezione cardiovascolare evitando l’insorgenza delle complicanze del diabete che peggiorano la qualità di vita del paziente e riducono le sue aspettative di vita.

 

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